martedì, dicembre 27, 2011

Metterci la faccia


Interessante l’intervento sull’Espresso del direttore dell’Osservatore Romano Giovanni Maria Vian. Polemizza con Massimo Teodori, che dopo la militanza (parlamentare) nelle armate degli Orchi del PDL, ha ritrovato, sul numero precedente dello stesso settimanale, l’antico cipiglio del radicale mangiapreti. Diceva Teodori, con toni accesi, che la Chiesa è un ente che prospera sul privilegio, sui traffici, e portava gli esempi dell’ICI, della banca vaticana, e davvero gli argomenti non gli mancavano (è come quella pubblicità “vincere facile”: è troppo facile prendere di mira tutti quei cardinali tizzoni d’inferno che trafficano e brigano e sostengono governi blasfemi per difendere i loro privilegi e le loro scandalose ricchezze e la ragnatela di poteri di cui godono). E’ insorto G. M. Vian, con argomenti basati su affermazioni tipo “ricostruzioni fantasiose ed errori caratterizzano poi la parte preponderante dell’articolo”. Quali errori? Quali ricostruzioni fantasiose?
Beh, una importante la porta, il Vian: il passo di Teodori su “quella notte di fine anni Sessanta quando Paolo VI incontrò segretamente Michele Sindona per affidargli nientemeno che le finanze vaticane”. Questa “notizia, degna di un argomento d’appendice”, scrive il Vian, era stata pubblicata da Time. Totalmente priva di fondamento, scrive indignato, e la bufala è presto svergognata da un dato incontrovertibile, perché smentita solidamente da... da chi? Dal Corriere della Sera? Da Stern? Da Life?
Eh, no, indovinate un po’? dall’Osservatore Romano del 4 dicembre 1969. Ehm, il giornale del vaticano viene portato come esempio di smentita di una notizia che riguarda il vaticano, da lui stesso diretto.
Si usa dire: il tale ci mette la faccia. Il Vian ci mette la sua, di faccia, una vera faccia... tosta!

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