martedì, dicembre 13, 2011

La città nera

di Pierfrancesco Pacoda *

C’è Rank Xerox con i muri scrostati della megalopoli che una volta si immaginava ‘Eterna’, ci sono le luci oscurate dei film urbani di Carpenter, c’è un immaginario da ‘MedioEvo Tribale’ dove il futuro assomiglia sempre più a un preistorico passato. E c’è molta voglia  di ‘discorsi’ sulla democrazia nel nuovo romanzo di Mauro Baldrati, esponente romagnolo ancora non molto conosciuto di una ‘crime fiction’ tutta italiana che, solo a voler mettere ordine tra i tanti riferimenti da cinefilo, fotografo, innamorato delle immagini pop estreme (non a caso ha lavorato al Frigidaire dei leggendari primi anni 80),  è una gioia per il lettore.
Poi, naturalmente, c’è la trama, avvincente, ricca d cambi di sequenze che ci obbliga a seguire per le vie del baratro sul quale si agita la metropoli (una Roma senza vita e bellissima, dopo la bomba, futuro che già percepiamo), un poliziotto con molte ombre e tanto desiderio (impossibile) di riscatto.
Tra accampamenti etnici diventati inespugnabili fortini e una schiera di personaggi  che non  sanno più cosa sia l’identità. E si muovono, certi di un destino glaciale come le notti che si avvicendano sui cieli di un Colosseo che, adesso, è diventato un monumento ‘privato’ annesso alla villa di un gerarca

La citta nera
PerdisaPop 2010

* Piefrancesco Pacoda, scrive sul Resto del Carlino, Espresso, il manifesto, autore di numerosi libri sulla musica per Feltrinelli, Einaudi Stile Libero, Alet. Questa recensione è sull'ultimo numero di Satisfiction, in libreria dal 15 dicembre

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