giovedì, ottobre 06, 2011

Un cameo chiamato Malgara

Talvolta, guardando i giornali, ho dei flash di memoria abbastanza inquietanti. Per me il tempo è passato, sono cambiate molte cose, ho cambiato vari lavori, compresa la disoccupazione oscura e lugubre, mentre il mondo presumibilmente andava avanti.

Però mica sempre. Qua e là il mondo sembra fermo. E “loro” sono sempre lì, magari hanno il ritratto di Dorian Gray, da qualche parte, in una cantina di Portofino, o di Gstaad.

Leggo che il nuovo presidente della Biennale di Venezia sarà Giulio Malgara, voluto fortemente da Berlusconi. Così mi appare questo cameo: non ricordo quando, credo verso la fine degli Ottanta, quando lavoravo come fotografo a Milano per un giornale “della classe dirigente” (che esiste ancora oggi), fui inviato a fotografare “Malgara”, così lo chiamavano con familiarità i capiredattori. Era un pubblicitario, proprietario di acque minerali, e non so che altro. Uno della classe dirigente insomma.Uno dei miei soggetti.

Malgara non aveva una casa. Sì, era un senza casa, perché viveva all’hotel Principe di Savoia di Milano. Cioè la sua casa era una suite al Principe, uno degli extralusso italiani, e vi assicuro che nel mondo pochi alberghi possono competere coi loro omologhi italiani. Da noi c’è gente in miseria, c’è Napoli sommersa dall’immondizia, ma nel lusso con ci batte nessuno. Siamo famosi per questo, il cosiddetto italian style è uno dei più invidiati da tutti i ricconi del pianeta (non per nulla i nostri deputati sono i più pagati, i più viveur, i più spendaccioni del mondo).

Così andai al Principe. Malgara scese lo scalone foderato di rosso, intercettò un cameriere e gli fece? “Si può avere un caffè? Ma caldo, per favore, caldo!” Il ragazzo scattò, e mentre mi tendeva la mano fece: “Uff., avere un caffè bello caldo qui è una delle cose più complicate della mia esistenza.”

(una suite del Principe di Savoia)

Malgara, non teneva famiglia, chi glielo faceva fare di avere un appartamento? Stava meglio al Principe, servito e riverito, anche se il caffè non era caldo abbastanza (ma si adattava).

Sì, il mondo sembra fermo. Sarà ancora lì immagino. Sempre sulla cresta dell’onda. Sempre sul red carpet.

Ma l’Italia è soggetta alle leggi del tempo?

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