sabato, gennaio 13, 2007


Apocalittico

Apocalypto, l’ultimo film del maniaco religioso-antisemita nonché genio del marketing Mel Gipson, rimane impresso anche il giorno dopo la visione, il che, coi tempi (cinematografici) che corrono, è un risultato più che notevole. Forse è per la violenza di cui è permeato (Mel Gibson ama la rappresentazione della violenza), forse per il sangue che scorre (Mel Gibson adora il sangue che sprizza dalle ferite), forse per il ritmo elevato, per l’alta qualità delle immagini, delle scenografia, per l’ottima sceneggiatura, per il fascino delle ricostruzioni storiche-scenografiche, per la contrapposizione bene-male, semplicità-orrore; forse è per la scelta di mantenere la lingua originale, lo Yucateco, l’antico idioma Maya tutt’ora utilizzato da molte comunità della penisola messicana, senza cedere alla dissennata mania tutta italiana di doppiare anche i colpi di tosse; forse per la grande bellezza degli attori, molti dei quali non professionisti; forse per tutte queste cose, unite a una verosimiglianza della città Maya, che è un girone infernale, un luogo di morte, di terrore, di disperazione (Mel Gibson, come fanatico religioso, stravede per lo spettacolo dell’inferno), il film non molla un istante lo spettatore, che resta incollato alla poltrona, e sobbalza ai colpi di scena, e si arrabbia, si indigna, si stupisce; e perdona anche il ricorso al puro mestiere, come nella lunga corsa dell’eroe fuggitivo, che ripropone copioni scritti e riscritti dell’eroe buono inseguito dagli assassini, dai mostri (Mel Gibson va in brodo di giuggiole se c’è da descrivere i mostri infernali): fattostà che è un film tostissimo, che può essere criticato, stroncato, che certamente non va visto da chi aborrisce le immagini violente, ma che farà uscire i cultori dei film d’avventura ben pasciuti e soddisfatti.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Non ho visto il film, ma non ho dubbi che sia spettacolare, coinvolgente, mozzafiato eccetera eccetera.
Quel che mi dà fastidio è che sia presentato per ciò che di certo non è: una storia realistica, addirittura un documentario sulla civiltà maya (che era ben più complessa e raffinata di come la presenta Gibson). Ma, certo, tutto fa parte di una strategia di marketing, un po' come quando quel pastrocchio di sangue e misticismo da quattro soldi della Passione venne presentato come una "rappresentazione realistica".
Da quel che ho sentito, il film finisce addirittura conle navi spagnole che sbarcano e portano la santa croce ai selvaggi maya: il che (oltre ad essere storicamente falso) la dice lunga sul film e su Gibson.
Detto questo, io ho gradito molto Mad Max e certe volte mi sono divertito persino con Arma Letale. Ma perché il buon Mel non si limita a fare quei bei filmoni pieni di sparatorie e violenza gratuita che gli vengono tanto bene, invece di farsi passare per esegeta biblico o per esperto di civiltà precolombiane=

Anonimo ha detto...

sergio, in fondo questo è abbastanza un filmone violento, d'azione ecc. Io l'ho apprezzato per quello. Non fa dei pistolotti particolari, l'aspetto divertimento mi sembra quello principale. C'è da dire comunque che la cosiddetta tesi che la civiltà Maya sarebbe stata già sulla via dell'autodistruzione quando arrivarono gli spagnoli non è sua, ma è piuttosto vecchia e, direi, dimostrata. Ricordo di averne letto almeno una ventina di anni fa. Era sicuramente raffinata, ma affondava in un'orgia di morte e di sangue. Hli studiosi hanno ricostruito sacrifici umani di migliaia di disgraziati in pochi giorni, due o tre. La follia era arrivata, credo, a un punto di non ritorno.

Sì, finisce con le caravelle e l'equipaggio degli spagnoli che scendono, con tanto di frati al seguito. Però non direi che vengono mostrati come i salvatori (anche perché sarebbe davvero difficilmente sostenibile, essendo ormai dimostrato che in poco più di due secoli gli spagnoli cattolici hanno sterminato venti milioni di nativi).

Insomma, io Mel Gibson non lo amo per nulla, però mi sono divertito, tutto sommato, a vedere questo film.

Anonimo ha detto...

In realtà la civiltà maya era già estinta da un paio di secoli, quando gli spagnoli arrivarono (è questo l'aspetto storicamente impreciso) e probabilmente si estinse anche per altre cause (carestie, epidemie o simili).
Comunque ho letto che anche le comunità maya hanno protestato per il modo in cui Gibson le ha rappresentate.
Per il resto, come ho detto: è un filmone di avventura, coi buoni da una parte e i cattivi dall'altra. Mi va benissimo, purché non se ne faccia ciò che non è.

Anonimo ha detto...

A proposito, hai mai visto la puntata dei Simpson con Mel Gibson?
C'è Gibson che, per rifarsi un'immagine da attore serio, gira un remake di "Mr. Smith goes to Washington", il film di Frank Capra con James Stewart, solo che Homer lo convince a cambiare finale e così, invece di terminare con il protagonista che fa un commovente discorso davanti al Senato americano, termina con Gibson che imbraccia un mitra e stermina tutti i senatori.
Grandioso...

Anonimo ha detto...

Sì, Sergio, sono d'accordo: purché non se ne voglia fare ciò che non è.
Non ho visto la puntata, da come la racconti mi ricorda my way di sid vicious...

Anonimo ha detto...

non l'ho visto, ma ci andrò, credo. Comunque anch'io credo che sia risibile semplificare una civiltà come quella dei maya. Ma, ripeto, non l'ho ancora visto.